Eclettica, estroversa e piena di iniziativa, si iscrive a vari concorsi e non disdegna il suo ingresso nel mondo della pittura ein plein air con le estemporanee che la vedono protagonista e pluripremiata. Seguita poi dal prof. Gianni Lollis, presidente della società Belle arti di Verona, pian piano il suo stile si identifica sempre più e la sua sensibilità la porta ad avvicinarsi a quella pittura che parla al cuore. Le sue donne con gli ombrelli, i cappottini corti e stivaloni che sorridono e civettano invitando lo spettatore in un gioco di sensualità e mistero.
La donna di Cinzia Bresciani è disinvolta e protagonista del suo tempo, ama abbinarsi a tutti i mezzi di trasporto come la vespa, l’auto e i treni che arrivano e partono lasciando sempre un fondo di nostalgia. Donne che passeggiano raccontando loro stesse sotto un ombrello, sì, perché la sua donna ama la pioggia che le crea intimità e si sente protetta sotto la "casetta" come gioco di bimba. Si racconta, si chiede, si risponde e dialoga tra sé con tenerezza, si confida in un momento di nostalgica felicità. Un ossimoro che ben definisce il contrasto interiore che la pervade.