Il dipinto è stato realizzato con la tecnica dell'olio su tavola antichizzato
Luigi Carletti nasce a Sigillo (PG) dove vive e lavora. Sin da piccolo dimostra doti spiccate per l'arte; con il passare del tempo queste doti si affinano. Impara diverse tecniche passando dalla pittura alla scultura. Organizza mostre personali e collettive nel centro Italia e grazie a una buona critica riesce a esprimerci nell'arte povera e cocnettuale. Crea una personale e originale tecnice espressiva in contatto con diversi esponenti dell'arte le sue opere riscuotono un grande successo.
L’artista appartiene a quella schiera di pittori quali, esausti di confrontarsi con una tradizione pittorica iconica ed estetica, decidono di esplorare territori inconsueti, sperimentando materiali e uso degli stessi.
Umbro di origine e di formazione, con una grande dimestichezza per l’informale burriano e l’espressività doraziana, cerca una strada personale per dire di sé e dell’altrove.
Con il suo modo di fare arte cerca di collegarsi alle grandi utopie delle avanguardie storiche attraverso la capacità di esprimersi con estrema libertà sui grandi temi sociali, ambientali e culturali.
Il suo è un agire aperto, senza priorità formali, verso aspetti frammentari, contraddittori nei confronti del reale e del consolidato.
L’utilizzazione di materiali poveri – come forchette, scarpe, tubetti di plastica, scatole di sigarette, pezzi di legno e spaghi, ferro spinato e nastri, – testimoniano l’estrema duttilità non convenzionale dell’artista la cui capacità espressiva e formale è legata al desiderio di conoscenza e al processo di trasformazione della materia.
Tale utilizzo è però sempre occasione per cercare il cuore magico del colore, quando si nasconde dentro gli anfratti remoti della realtà e chiama a un solitario canto di scoperta e meraviglia.