Al centro montagne variopinte, profili montuosi. In basso, ingranaggi umani, a scandire un tempo quotidiano. Attività energetica, elettrica, torre di controllo, grande scatola metallica. In alto: la sedia del riposo.
davanti alle bellissime montagne c'è del ferro materiale che si oppone
e racchiude dentro sé la materia espandendo odio e necessità inquietanti innaturali. Uccide la creatività.Ferro come metafora di qualcosa che,
uccide la creatività. Ferro che si oppone al naturale, schiavizzando l'anima.
Anima che si perde, in una realtà senza importanza, realtà di cui hanno sottratto, ogni valore e senso umano. Ed ostinando bisogni come,
successo, approvazione, e soddisfazione. Ferro che uccide quelli che non nasceranno mai. Ferro che uccide, quelli che, esistono, senza sapere di essere già morti. Mentre, alcuni uccisi, cercano di liberarsi, da ferro, attraverso il ferro. L'uso cambia la essenza. Sostanza inalterata. Possibilità di esprimere libertà. In piedi solo quando si sceglie, di essere in piedi,
e non a comando.
Anno realizzazione: 2000. Tecnica di esecuzione opera: colori ad olio.